LA LIBERTA’
Un liberalconservatore è colui che preferisce una opinione sbagliata ad una opinione imposta o negata: la prima lascia all’uomo la possibilità di una coscienza, la seconda impone all’uomo la coscienza altrui.
LA CENTRALITA’ DELL’INTERESSE NAZIONALE
Questo vale
nella politica estera, che da tempo l’Italia non ha più
la politica comunitaria, che ci vede recitare spesso ruoli marginali
nella politica interna, facendo prevalere l’utilità comune rispetto a quella di fazioni, gruppi o clientele, facile a dirsi difficile da realizzarsi.
IL RAPPORTO FRA IL CITTADINO E LO STATO
Un liberalconservatore, al contrario di un progressista, sa che lo Stato deve essere minimo, quel tanto che basta per essere efficiente.
Un liberalconservatore ha per obiettivo di liberare il cittadino dai lacci dello Stato, ridargli la libertà dopo decenni di oppressione fiscale e burocratica.
LA PROPRIETA’ PRIVATA
Un liberalconservatore, a differenza di un progressista, crede nel valore intrinseco della proprietà, sa che è la proiezione della personalità di ogni essere umano.
I VALORI UNIVERSALI
Un liberalconservatore non è internazionalista, né cosmopolita, crede piuttosto in valori universali che non esita a condividere con chiunque, ma che deve innanzitutto poter difendere entro la sua comunità.
IDENTITA’ E RADICI DEL PASSATO
Un liberalconservatore ama il proprio passato, concepisce la storia come una evoluzione graduale, un albero che cresce solido su radici ben piantate.
Il passato ci appartiene, è la base di una identità che ci protegge dalla alienazione, sono molecole di una costruzione genetica che caratterizza ogni persona umana.
LA SEPARAZIONE DEI POTERI
Un liberalconservatore ha per antenati coloro che costrinsero il re Giovanni a concedere la magna charta libertatum, coloro che ottennero l’habeas corpus, coloro che affermarono il sacro principio della separazione dei poteri.
Per un liberalconservatore, dunque, il giudice è soggetto alla legge ...
Una corporazione di magistrati che si considerino sopra la legge spalanca la porta all’arbitrio e alla tirannide oligarchica.
Un liberalconservatore crede dunque nella certezza del diritto e nella irretroattività della legge.
Un liberalconservatore pretende che si riaffermi il principio che è libero tutto ciò che non è espressamente vietato .
LA CARTA DEI DOVERI DELL’UOMO
Un liberalconservatore ritiene che nella società degli ipertrofici diritti umani, ben diversi dai diritti naturali e spesso coincidenti con egoistiche pulsioni, sia necessaria una carta dei doveri dell’uomo, pochi, semplici, fatti rispettare.
Crede anche che questi doveri si declinino innanzitutto verso i “vicini”, i nostri famigliari ed i nostri concittadini.
IL DIRITTO ALLA PAURA
Si va diffondendo l’idea, presso certi sostenitori del pensiero unico, che dobbiamo cacciare da noi quelle paure che possono essere politicamente strumentalizzate.
Insomma dovremmo vergognarci di avere paura.
Liberalconservatore è invece oggi chi ritiene che ogni persona abbia il “diritto” di avere paura… magari quando per strada la sera incontra sbandati o teppisti … quando è sola su un treno o su un tram in compagnia di soggetti che paiono poco raccomandabili … quando percorre una via poco frequentata e vi è uno sconosciuto che la segue.
È lo Stato che deve premurarsi di eliminare le cause sociali della paura, garantendo la sicurezza ad ogni cittadino.
Lo Stato che nega o reprime la paura, senza risolverne le cause, è uno Stato autoritario.
L’EUROPA CONFEDERALE
Un liberalconservatore non ha timore dell’Europa, che anzi riconosce come propria patria, non vuole il ritorno delle frontiere fra Stati che appartengono ad una medesima civiltà e che ora hanno una comune moneta.
Vuole piuttosto una Europa forte, efficiente, rispettata, che non si occupi delle misure dei wc o delle dimensioni delle zucchine, ma che abbia piuttosto una politica sanitaria comune e sappia difendere gli interessi dei suoi popoli con una politica estera coesa, capace anche di farsi rispettare.
Proprio per questo vuole una Europa confederale, cioè una Europa di Stati e non di burocrati, che faccia bene quel che serve a favore di tutti e non di alcuni, lasciando il resto alle comunità nazionali secondo il principio di sussidiarietà.